Prove di carbonatazione con fenolftaleina

In sede di indagine dello stato di conservazione delle armature di un’opera in calcestruzzo armato, risulta di fondamentale importanza la determinazione della profondità di carbonatazione. La carbonatazione è un fenomeno legato alla graduale penetrazione dell’anidride carbonica attraverso le microporosità e/o le fessurazioni superficiali. La reazione relativa a questo fenomeno vede la formazione di carbonato di calcio che neutralizza la calce presente e fa abbassare il Ph da circa 13 al di sotto 11. In queste condizioni l’ambiente passivante attorno alle barre d’armatura si deteriora favorendo l’innesco dei fenomeni corrosivi: infatti, quando lo strato carbonato intacca il calcestruzzo che ricopre le armature, viene meno la protezione passivante creata dalla pasta cementizia, permettendo all’ossigeno e all’umidità di attaccare il ferro. Il fenomeno dell’ossidazione produce la diminuzione del copriferro o, più gravemente, la riduzione della sezione resistente del tondino.

La prova di carbonatazione deve essere effettuata subito dopo l’estrazione del campione di calcestruzzo (tramite carotaggio), dal momento che, con il passare del tempo, l’anidride carbonica tende a “carbonatare” lo strato superficiale del conglomerato. Operativamente si procede immergendo il campione in una soluzione di fenolftaleina che contiene alcool etilico all’1%, provocando una colorazione viola nella zona non intaccata dalla carbonatazione. Il tratto “incolore”, invece, indica la profondità di carbonatazione.

La determinazione della profondità di carbonatazione è condotta seguendo le istruzioni delle UNI 9944-1992.

La società ESM è disponibile  ad ogni delucidazione e chiarimento in merito alle modalità di organizzazione ed esecuzione della prova…